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Analisi comprensiva di ‘Il Piccolo Lord’: Un tuffo nella nostalgia vittoriana

Scritto da il 6 Settembre 2023

Il Piccolo Lord (Little Lord Fauntleroy), film del 1980 diretto da Jack Gold con Rick Schroeder e Alec Guinness

In una rilettura contemporanea di “Il Piccolo Lord”, film del 1980 diretto da Jack Gold e interpretato da Rick Schroeder e Alec Guinness, ci si immerge in una trama che sa di dolce nostalgia vittoriana. La storia si snoda attorno alla figura di Cedric, un giovane americano che, senza saperlo, possiede la chiave per ammorbidire il cuore di un aristocratico britannico, suo nonno, trasformandolo da figura burbera a nonno affabile e bonario. Questo processo di trasformazione, centrale nel film, ci offre un personaggio principale, Cedric, così dolcemente idealizzato da sembrare quasi surreale.

Cedric, il nostro Piccolo Lord, è un esempio di purezza e perfezione infantile, una sorta di angelo terreno che con la sua sola presenza sembra portare luce e bontà. Parlando con un eloquio che ricorda i dialoghi di un romanzo ottocentesco, Cedric a tratti sembra troppo perfetto, tanto da desiderare di farlo tornare alla realtà con un semplice gesto, come mettergli un calzino in bocca per fermare i suoi incessanti “Oh, caro nonno” o “Sì, signore”.

Il film dipinge con maestria l’epoca vittoriana, un periodo storico in cui i bambini erano visti come piccoli adulti, lontani anni luce dai moderni intrattenimenti come videogiochi o dispositivi elettronici. La narrazione si snoda tra lezioni di vita e valori morali, rivelando che il vero ruolo di Cedric è quello di un catalizzatore di redenzione per gli adulti che lo circondano.

Chi cerca una pellicola che evoca l’atmosfera di una cartolina di Natale vittoriana, troverà in “Il Piccolo Lord” un’opera perfetta. Chi invece preferisce storie più moderne e meno idealizzate, potrebbe cercare altrove.

LA TRAMA

Passando alla trama, questa appare come un racconto fiabesco, quasi troppo perfetto per essere vero. Cedric, un comune ragazzino americano, si scopre essere l’erede di una fortuna e di un titolo nobiliare in Inghilterra. L’incontro con il nonno, Lord Dorincourt, inizialmente freddo e distante, si trasforma in un legame caldo e affettuoso, grazie al naturale carisma del Piccolo Lord.

Cedric, con la sua innata capacità di incantare chiunque incontri, trasforma la rigidità aristocratica in un calore umano e generoso, culminando in un finale dove tutto si risolve in un lieto fine degno delle migliori fiabe.

“Il Piccolo Lord” si conferma così un film che, nonostante la sua età, riesce ancora a parlare al cuore dello spettatore contemporaneo. Un’opera che, con la sua storia semplice ma ricca di significati, ci ricorda l’importanza dell’innocenza e della bontà nell’età moderna. Un invito a riscoprire valori forse dimenticati, ma sempre attuali.

L'ATTORE (Rick Schroeder)

Ecco a voi l’interprete del nostro indomito Piccolo Lord, un giovane attore la cui adorabilità supera quella di un cucciolo di golden retriever. Con il suo classico caschetto biondo e gli occhi pieni di innocenza, sembra incarnare l’essenza stessa della tenerezza e della dolcezza, come se queste qualità fossero state fuse insieme e vestite con una giacchetta e calzoni alla zuava.

Il caschetto biondo del Piccolo Lord diventa quasi un elemento narrativo del film, una pettinatura sempre pronta per uno scatto pubblicitario che promuova uno stile di vita all’inglese. Tuttavia, sotto quell’aspetto impeccabile si cela molto più di un semplice taglio di capelli.

Con quell’aria da angioletto, l’attore porta sullo schermo un’aura di innocenza e purezza che farebbe invidia a un intero campo di margherite in fiore. Nonostante il rischio di apparire più come un manichino espositivo che come un bambino reale, il giovane attore supera brillantemente questa sfida grazie alle sue doti recitative.

Che si tratti di un caschetto biondo o di riccioli dorati, il punto focale rimane la capacità di questo giovane interprete di evocare un senso di meraviglia (o a seconda dei gusti, di pazienza), mantenendo viva la magia del personaggio e del film. In un mondo dove i bambini perfetti sembrano esistere solo nei racconti per l’infanzia, la sua performance diventa un fatto notevole.

Questo piccolo prodigio della recitazione sembra essere nato per ruoli che esigono un’innocenza quasi celestiale e una maturità che va oltre la sua giovane età. La sua interpretazione è calibrata per massimizzare l’effetto emozionale su chi guarda. Con la sua capacità di rendere credibile un personaggio che pare uscito direttamente da un trattato di morale ottocentesca, il giovane attore mostra un talento indiscutibile.

Non ci sono dubbi sul suo talento: mantenere l’interesse del pubblico, incarnando una figura che potrebbe sembrare troppo zuccherina, non è un compito facile. Questo ragazzo possiede un carisma unico, seppur avvolto in un involucro di dolcezza estrema.

In sintesi, l’attore che dà vita al Piccolo Lord è la scelta perfetta per un ruolo che rischiava di cadere nel tedioso. Per questo, merita tutti i nostri complimenti. Probabilmente dobbiamo ringraziare anche i direttori del casting per aver scoperto questo piccolo tesoro. Hanno trovato, forse, l’unico bambino al mondo capace di pronunciare frasi come “Oh, caro nonno” senza suscitare istintivamente il desiderio di imbavagliarlo. Tuttavia, è bene ricordare che anche la dolcezza ha i suoi limiti, e superata una certa soglia, l’idea del calzino diventa sempre più allettante.

IL PUBBLICO DELLE MAMME

La sinergia tra le mamme e il Piccolo Lord è un abbinamento tanto armonioso quanto quello tra tè e biscotti. È noto che le mamme abbiano un particolare affetto per i bambini dall’aspetto adorabile, e il nostro piccolo eroe sembra essere stato creato apposta per conquistare i loro cuori. Tra il caschetto biondo, il linguaggio garbato e l’elegante abbigliamento in miniatura, ogni dettaglio sembra progettato per catturare l’attenzione delle mamme ovunque.

Ma non è solo una questione di estetica. C’è qualcosa di più. Il Piccolo Lord ha un modo di esprimersi, con frasi come “Oh, caro nonno” o “Veramente, signore?”, che suonano così genuine e sincere da sembrare uscite direttamente da una cartolina di auguri. Le mamme ascoltano, sospirano e si chiedono se anche i loro piccoli potrebbero mai essere così rispettosi e incantevoli.

Ogni sorriso del Piccolo Lord, ogni sua frase che sembra provenire dalla saggezza di un anziano, suscita nelle mamme reazioni di ammirazione e tenerezza. Pare quasi che il personaggio sia stato progettato appositamente per ottimizzare la sua adorabilità e la capacità di toccare i cuori.

Quindi, mamme, state in guardia. Il Piccolo Lord è arrivato non solo per conquistare i vostri cuori, ma forse anche per persuadervi ad acquistare quella edizione speciale in Blu-ray piena di contenuti extra e bonus. Dopo tutto, chi potrebbe resistere al fascino di un bambino così esemplarmente perfetto?

PUNTI DI FORZA

Analizziamo dunque i pregi di questo delizioso concentrato cinematografico noto come “Il Piccolo Lord”. In primo luogo, si distingue per il suo incanto nostalgico. Il film è un viaggio nel tempo, un ritorno a un’epoca idealizzata che, pur non essendo mai esistita nella realtà così come rappresentata, evoca una sensazione di calore e comfort, simile a quella di una coperta di lana a quadretti.

In secondo luogo, merita una menzione speciale l’interpretazione del protagonista, un autentico prodigio dell’adorabilità. Egli rappresenta il cuore pulsante della narrazione, una calamita di simpatia capace di attirare l’attenzione e l’affetto di chiunque si trovi nel suo raggio d’azione, in particolare, come già notato, le mamme.

Terzo, il film dimostra una notevole eleganza nel trattare temi come la famiglia, l’amore e la redenzione, senza mai cadere in eccessi di gravità o melodrammaticità. La trasformazione di Lord Dorincourt, da austero aristocratico a nonno affabile, è realizzata con un tocco di maestria che aggiunge fascino alla narrazione.

Infine, non si può ignorare l’importanza dell’ambientazione britannica. Le antiche dimore, i giardini rigogliosi e la costante presenza del tè contribuiscono a creare un’atmosfera di conforto visuale che cattura lo spettatore.

Dunque, nonostante “Il Piccolo Lord” possa talvolta stimolare il desiderio di una dieta meno zuccherina, il film possiede indiscutibili punti di forza. È paragonabile a una fetta di torta che, pur sapendo di non dover mangiare, offre una sensazione di piacere e benessere irrinunciabile mentre la si assapora.

PUNTI DEBOLI

Esaminiamo i punti deboli di “Il Piccolo Lord”, o come si potrebbe dire, il lato meno luminoso della medaglia. Partiamo dall’aspetto più evidente: il protagonista è talmente zuccherino da poter essere scambiato per un dolcificante artificiale. Sebbene la sua adorabilità sia innegabile, il suo perfezionismo sfiora l’irreale, trasformandosi più in un archetipo che in un personaggio verosimile.

Un altro aspetto critico è la prevedibilità della trama. Chi ha già visto storie di redenzione potrà facilmente anticipare ogni svolta del film: il vecchio burbero che incontra un angelo terreno e cambia atteggiamento, culminando in un finale felice. Questo può dare la sensazione di assistere a un evento di cui si conosce già l’esito.

Per quanto il film possa riscuotere successo tra un pubblico maturo come mamme e nonni, potrebbe non colpire allo stesso modo i giovani spettatori o quelli più cinici. La mancanza di tensione e conflitto reale può lasciare alcuni spettatori a desiderare più dramma o azione.

Infine, non possiamo trascurare il ritmo a volte lento del film. Pur essendo l’ambientazione e i costumi affascinanti, il film tende a soffermarsi troppo su dettagli di minore importanza, quasi come se cercasse di estorcere ogni briciola di nostalgia da ogni singola scena.

Dunque, mentre “Il Piccolo Lord” possiede indubbiamente momenti di grande fascino, è anche caratterizzato da un eccesso di dolcezza e prevedibilità che potrebbe sfociare in una sorta di iperglicemia narrativa. Questi difetti potrebbero non essere apprezzati da chi cerca una storia con maggior sostanza e profondità.

SCENE DA POSTER

“Le scene da poster” di “Il Piccolo Lord” sono un vero tesoro per gli amanti delle immagini iconiche, quelle che potrebbero essere incorniciate e appese come decorazioni murali. Immaginate il giovane protagonista nella sua elegante divisa da piccolo lord, con la sua folta chioma bionda (ricordiamo, non ricci, ma un caschetto!) e uno sguardo talmente tenero da poter sciogliere i ghiacci dell’Antartide. Senza dubbio, questa immagine ha tutte le carte in regola per diventare un poster di prim’ordine.

Ci è poi il maestoso Lord Dorincourt, dalla figura imponente e dallo sguardo che sembra aver visto il mondo e non essere più impressionabile… fino a quando, ovviamente, non incontra il suo nipotino. Una scena che li ritrae insieme, forse in un tenero abbraccio o in un momento di intesa, catturerebbe perfettamente l’essenza del film.

Non possiamo poi ignorare gli splendidi interni e gli esterni del maniero. Un panorama che mostri il castello con il Piccolo Lord in primo piano, magari mentre ammira il paesaggio, sarebbe sicuramente un’ottima scelta per un altro poster memorabile.

In conclusione, “Il Piccolo Lord” regala una serie di momenti visivamente incantevoli che potrebbero facilmente adornare le pareti di qualsiasi stanza. Sì, queste immagini possono sembrare quasi troppo perfette, ma in un film che è una sorta di racconto fiabesco ambientato nell’era vittoriana, forse è proprio questa perfezione scenica a rendere tutto così speciale.

CALZINO IN BOCCA?

Esaminiamo quei momenti in “Il Piccolo Lord” che suscitano il pensiero: “E se gli mettessimo un calzino in bocca?” Ci sono, infatti, alcune scene nel film dove il protagonista, con la sua eccessiva perfezione, sembra quasi richiedere un intervento così drastico.

Prendiamo ad esempio le sue lezioni di moralità e gentilezza. Queste sono talmente permeate di virtù da sembrare estratte da un manuale di educazione del diciannovesimo secolo. La purezza del Piccolo Lord è talmente accentuata da renderlo quasi inumano e, a tratti, sinceramente fastidioso.

E poi ci sono i dialoghi, oh, i dialoghi! Il modo in cui il Piccolo Lord esprime se stesso sembra frutto dell’educazione di un consiglio di angeli e nobildonne vittoriane. Tutto è talmente formalmente impeccabile che si potrebbe quasi immaginare lo sceneggiatore a scrutare un dizionario d’epoca mentre scriveva ogni singola battuta.

Non possiamo dimenticare quelle scene in cui tutti, dai servitori ai membri della famiglia, sembrano innamorarsi istantaneamente del piccolo protagonista. Sebbene sia innegabilmente adorabile, questo aspetto risulta un po’ troppo irrealistico, quasi come se avesse un qualche superpotere che lo rende irresistibile a chiunque lo incontri.

In sintesi, sebbene “Il Piccolo Lord” abbia i suoi momenti di eleganza e bellezza, esistono anche punti dove l’idealizzazione del protagonista raggiunge livelli così esagerati da sfiorare il ridicolo. In quei momenti, l’idea di un calzino come soluzione tampone non appare poi così stravagante.

Marco Mattiuzzi
ESTROSFERE


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